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Tariffe sempre più basse/alte ???
Thread poster: Sabrina Leone
Vincenzo Di Maso
Vincenzo Di Maso  Identity Verified
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letto nel pensiero Aug 6, 2010

Giles Watson wrote:

nomade69 wrote:

I dottori commercialisti per esempio, dopo aver sperimentato l'abolizione delle tariffe minime, hanno recentemente deciso di reintrodurle.
Bon, loro sono dottori commercialisti ed hanno un ordine..


... e nessun ordine o associazione di categoria potrà mai cambiare questa realtà.

Se io cliente voglio una traduzione alla buona per capire il senso di un documento in una lingua che non conosco, mi basta copiare e incollare il testo in un traduttore automatico gratuito e il gioco è fatto.

Con tanti saluti alla "tariffa minima".

C'è da aggiungere che la qualità delle traduzioni gratuite tendenzialmente migliora, quindi la vedo sempre più dura per i traduttori che vendono sul prezzo.

Se, invece, ho bisogno di una traduzione importante, individuo il traduttore giusto e pago il dovuto per avere una versione a regola d'arte.

Di nuovo con tanti saluti alla "tariffa minima", questa volta perché sono disposto a pagare molto di più.

In altre parole, quello della tariffa minima sostanzialmente è un falso problema: pensiamo in positivo, piuttosto, e studiamo come spuntare la tariffa massima.

Giles
Mi hai letto nel pensiero, dimmi la verità! Quoto dall'inizio alla fine. Ripercorri il discorso che faccio sempre.


 
Rita Bilancio
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no, io parlo di associazione di categoria Aug 8, 2010

Giuliana Buscaglione wrote:

Ciao Rita,

siamo su un forum di traduttori, no? Io mi riferivo alle nostre associazioni professionali... di odontoiatri non me ne intendo, so solo che solo che costano un patrimonio

... e se non sbaglio, gli odontoiatri fanno un ordine anche in Italia, non un'associazione.... come i notai e i medici e gli avvocati...

Qualche associazione professionale di traduttori e interpreti vieta persino la discussione aperta di tariffe (nel senso di che cosa chiedo per questo?) e lo capisco, visto i trascrosi e i problemi avuti in passato

Giuliana


No, non parlo di ordine, che è entità a parte. Parlo del tariffario dell'associazione di categoria, cfr. www.andi.it
La discussione aperta di tariffe può essere un problema ma io non vedo il problema nella pubblicazione del tariffario, anzi credo sia una questione di trasparenza, tanto quanto i prezzi al pubblico esposti per molte altre attività. Il cliente dovrebbe essere libero di scegliere anche a partire dal prezzo.

Parentesi: non vedo il problema nel fissare un minimo tariffario. Eviterebbe di ricevere molte proposte seccatura.

Per Vincenzo: non c'è nulla di sbagliato a lavorare in altri campi ma non vedo che cosa c'entri Darwin con la traduzione...

[Modificato alle 2010-08-08 14:52 GMT]


 
Paolo Troiani
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IMHO: ma perchè no la minima? Aug 9, 2010

Secondo me hanno paura a fissare una tariffa minima solo quelli che poi lavorerebbero al di sotto di tale tariffa..

Se un cliente vuole farsi la traduzione automatica, se la fa pure se non esiste la tariffa minima, quindi non mi sembra un argomento logicamente contro la tariffa minima.

Per rifarmi all'esempio dei professionisti, chi ha paura della "minima"? :
1) gli "abusivi" e
2) quelli che lavorano molto in "nero".


Mi sbaglio oppure
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Secondo me hanno paura a fissare una tariffa minima solo quelli che poi lavorerebbero al di sotto di tale tariffa..

Se un cliente vuole farsi la traduzione automatica, se la fa pure se non esiste la tariffa minima, quindi non mi sembra un argomento logicamente contro la tariffa minima.

Per rifarmi all'esempio dei professionisti, chi ha paura della "minima"? :
1) gli "abusivi" e
2) quelli che lavorano molto in "nero".


Mi sbaglio oppure il mio cervello ha assolutamente bisogno di vacanze?
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gianfranco
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Impazza il solleone Aug 9, 2010

nomade69 wrote:
Per rifarmi all'esempio dei professionisti, chi ha paura della "minima"? :
1) gli "abusivi" e
2) quelli che lavorano molto in "nero".

Mi sbaglio oppure il mio cervello ha assolutamente bisogno di vacanze?


Siamo a metà agosto, è tempo di vacanze...


 
Fran Cesca
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Massimi e minimi Aug 9, 2010

nomade69 wrote:

Per rifarmi all'esempio dei professionisti, chi ha paura della "minima"? :
1) gli "abusivi" e
2) quelli che lavorano molto in "nero".


Mi sbaglio oppure il mio cervello ha assolutamente bisogno di vacanze?


Personalmente penso che a queste due categorie non importi né dell'ipotetica tariffa minima, né della massima, tanto delinquono!


 
alessandra nespoli
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Tariffe minime, ordini, albi & C. Aug 10, 2010

Forse mi sbaglio, ma sempre più spesso ho l'impressione che a molti sfugga la logica che dovrebbe stare alla base degli ordini e quindi anche dei tariffari.

La logica dell'istituzione di un ordine e di conseguenza di un tariffario e quant'altro, non è (o non dovrebbe essere) quella di garantire alla relativa categoria un tariffario minimo e un cassa previdenziale separata.
La logica di partenza è solo ed esclusivamente la tutela del cittadino, per cui grazie all'appartenenz
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Forse mi sbaglio, ma sempre più spesso ho l'impressione che a molti sfugga la logica che dovrebbe stare alla base degli ordini e quindi anche dei tariffari.

La logica dell'istituzione di un ordine e di conseguenza di un tariffario e quant'altro, non è (o non dovrebbe essere) quella di garantire alla relativa categoria un tariffario minimo e un cassa previdenziale separata.
La logica di partenza è solo ed esclusivamente la tutela del cittadino, per cui grazie all'appartenenza all'albo si offre una certa (in molti casi opinabile, ma il principio è questo) garanzia in merito al professionista a cui si rivolge.
Ed è questa la ragione per cui in base alle direttive europee in Italia noi attualmente abbiamo troppi ordini....

In ogni caso il principio non è, ed è giusto che sia così, la tutela dei professionisti (tanto un avvocato incapace può anche avere il tariffario ma resterà senza clienti, mentre un avvocato capace potrà applicare le tariffe che gli pare se riesce a inserirsi nella cerchia giusta...il fatto di avere un tariffario non consente a nessuna categoria di sfuggire alle più semplici leggi di mercato), ma sempre e comunque soltanto la tutela della colletività.
Anche se questo principio viene applicato in modo troppo vasto ed eccessivo.

Ora, a parte le mie personali opinioni in merito, però, scusate la schiettezza, basta con 'sta storia del tariffario e dell'ordine.
Sono utopie, che sfiorano l'illegalità sia a causa dell'antithrust sia a causa delle direttive europee, quindi perché continuare a parlarne?
Non ci sono e non si potranno mai essere, e inoltre alla base della scelta di una libera professione globalizzata ci dovrebbe essere anche la consapevolezza che la libera professione (anche quando tutelata da un ordine) soggiace alle leggi di mercato.
Quindi se proprio si deve parlare di tariffe, sarebbe interessante (soprattutto per i nuovi traduttori) riflettere su come ci si può muovere in un libero mercato e quindi arrivare a ottenere le tariffe, le condizioni di lavoro ecc. ecc. che ognuno ritiene adeguate per sé.

Se volevamo determinate garanzie in termini di trattamento economico, se non volevamo rientrare completamente nella logica della concorrenza e del mercato, perché abbiamo scelto di fare i liberi professionisti?
Nel momento stesso in cui si decide di lavorare come freelance, si accetta il fatto che a seconda della propria bravura (nel senso più ampio dalla qualità del proprio lavoro, alla capacità di fare marketing ecc. ecc.) saremmo stati esposti al rischio di giocarcela con la concorrenza di chi lavora a meno di noi e al tempo stesso avremmo avuto la possibilità di lavorare a tariffe altissime.

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, per cui chi vuole la seconda possibilità deve accollarsi il primo rischio. Chi invece non intende accollarselo, a mio parere (e se volete linciatemi) forse non ha fatto la scelta più adatta nel momento in cui ha deciso di essere libero professionista.
Oppure, per coerenza, insieme alla tariffa minima dovrebbe invocare anche una tariffa massima. Altrimenti che senso ha?





[Modificato alle 2010-08-10 10:42 GMT]
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Rita Bilancio
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opinioni personali a parte?!? Aug 10, 2010

A_Nespoli wrote:


In ogni caso il principio non è, ed è giusto che sia così, la tutela dei professionisti (tanto un avvocato incapace può anche avere il tariffario ma resterà senza clienti, mentre un avvocato capace potrà applicare le tariffe che gli pare se riesce a inserirsi nella cerchia giusta...il fatto di avere un tariffario non consente a nessuna categoria di sfuggire alle più semplici leggi di mercato), ma sempre e comunque soltanto la tutela della colletività.
Anche se questo principio viene applicato in modo troppo vasto ed eccessivo.




[Modificato alle 2010-08-10 10:42 GMT]



Se un cliente privato non conosce la professione di traduttore e si vuole fare un'idea delle nostre tariffe, dove si deve rivolgere? Al singolo per avere un prezzo diverso ogni volta?
Che cosa ricava come informazione sulla categoria? Che non ci sappiamo nemmeno vendere? Con il minimo tariffario un minimo di orientamento lo avrebbe. Ma forse è sconveniente per chi accetta tariffe ben al di sotto del minimo. E qui chiudo.


 
T F F
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Libero mercato... Aug 10, 2010

A_Nespoli wrote:
"Tutto"


Condiviso alla virgola!
Rita Bilancio wrote:
Se un cliente privato non conosce la professione di traduttore e si vuole fare un'idea delle nostre tariffe, dove si deve rivolgere? Al singolo per avere un prezzo diverso ogni volta?


Certo, dove sarebbe il problema? È questo qui il libero mercato!

Rita Bilancio wrote:
Che cosa ricava come informazione sulla categoria?


Che non esiste "una" categoria, ma singoli professionisti, qualcuno più professionista, qualcuno meno...

Personalmente penso che il punto dei punti delle questioni su albi, tariffari, ordini ed altro sia proprio questo: Avere una categoria forte dietro cui o dentro cui potersi nascondersi...
Se esiste qualcuno "forte" che dice che io sono "adatto", poi è chi non mi compra ad essere oggettivamente "sbagliato"...È tutta una questione di oggettivizzazione, sicurezza, che come dice bene Alessandra non è la sposa perfetta della libertà...
Chi fa il libero professionista lo fa per dare espressione a quel talento soggettivo di cui madrenatura avrebbe dovuto dotarlo...Soffre i lacciuoli ed ovviamente dovrà saper accettare ed amministrare i rischi che questa maggiore libertà comporta in termini di sicurezza...Di certo non può illudersi di avere libertà e sicurezza!

Una visione meno manichea e più realista mette il libero professionista al centro del libero mercato e lo lascia libero di attrarre il maggior numero di opportunità a lui utili (poi se lui considera utile l'inutile è un problema di gestione della sua impresa che presto o tardi chiuderà, rilasciando di nuovo liberi nel mercato i clienti che aveva nel frattempo attratto!)

Poi se vogliamo creare un marchio "Traduttore DOC" facciamo pure ...Potrebbe essere un'idea - valida o meno occorrerebbe ragionarci un po' su - ma in ogni caso non sarebbe mai niente più di un'idea, di una strategia cominicativa!

Rita Bilancio wrote:
Che non ci sappiamo nemmeno vendere?

...Al contrario: che c'è chi ha di più da vendere e chi ne ha di meno; che il prezzo di qualcuno non è il prezzo di tutti; che il prezzo che lui vorrebbe pagare potrebbe non essere in linea con le sue esigenze reali;
Certo questo richiederebbe qualche capacità comunicativa e qualche abilità di marketing in più nel traduttore...ed è forse è per questo che molti vogliono papà albo a dire che tutti i suoi figli valgono uguali!

Rita Bilancio wrote:
Con il minimo tariffario un minimo di orientamento lo avrebbe.

E questo farebbe piacere a lui...Ma tu le traduzioni le vendi o le compri?
...Come a dire: ma de cha parte stai?

Rita Bilancio wrote:
Con il minimo tariffario un minimo di orientamento lo avrebbe. Ma forse è sconveniente per chi accetta tariffe ben al di sotto del minimo...

...No, al contrario: è sconveniente per chi vuole vendere a prezzi più alti!
Francamente mi sembra piuttosto ovvio: noi per i clienti vendiamo un servizio che loro percepiscono come inutile, se poi rendiamo "vincolato" il libero mercato, introducendo un minimo istituzionale, quanto dovremo sudare per staccare il cliente da quel minimo?...Hai presente una negoziazione? Se mi accordano la tariffa "più alta" vogliono qualcosa in cambio; se invece non hanno nulla per dire che è "più" alta, allora manca la base di una richiesta negoziale...Dai, non diamoci la zappa sui piedi! Lasciamo le cose come stanno e sviluppiamo le nostre potenzialità invece di ambire a nasconderci sotto le gonne di qualcuno...


 
Rita Bilancio
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ultimo intervento, precisazione e chiusura Aug 10, 2010

Renato Renno wrote:

Rita Bilancio wrote:
Con il minimo tariffario un minimo di orientamento lo avrebbe.

E questo farebbe piacere a lui...Ma tu le traduzioni le vendi o le compri?
...Come a dire: ma de cha parte stai?

Dalla parte del professionista serio e del cliente intelligente.

Rita Bilancio wrote:
Con il minimo tariffario un minimo di orientamento lo avrebbe. Ma forse è sconveniente per chi accetta tariffe ben al di sotto del minimo...



...No, al contrario: è sconveniente per chi vuole vendere a prezzi più alti!
Francamente mi sembra piuttosto ovvio: noi per i clienti vendiamo un servizio che loro percepiscono come inutile, se poi rendiamo "vincolato" il libero mercato, introducendo un minimo istituzionale, quanto dovremo sudare per staccare il cliente da quel minimo?...Hai presente una negoziazione? Se mi accordano la tariffa "più alta" vogliono qualcosa in cambio; se invece non hanno nulla per dire che è "più" alta, allora manca la base di una richiesta negoziale...Dai, non diamoci la zappa sui piedi! Lasciamo le cose come stanno e sviluppiamo le nostre potenzialità invece di ambire a nasconderci sotto le gonne di qualcuno...






Ma se pensi di vendere un prodotto inutile (inutile per il cliente intendo), perchè lo vendi? Non mi sembra un buon punto per un business plan...
Nessuno parla di stabilire quote fisse, si parla solo di minimo. Se poi tu, che ritieni di avere tot specializzazioni, decidi che il tuo minimo è ben superiore a quanto stabilito non violi nessun tipo di regolamentazione. Se ti pagano quanto chiedi non ci sono problemi, sennò tratti con il cliente. Non cambia la procedura rispetto a quello che già stai facendo.

[Modificato alle 2010-08-10 15:06 GMT]


 
mariant
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Condivido... Aug 10, 2010

A_Nespoli wrote:

Se volevamo determinate garanzie in termini di trattamento economico, se non volevamo rientrare completamente nella logica della concorrenza e del mercato, perché abbiamo scelto di fare i liberi professionisti?



...al 100%!!


 
T F F
T F F  Identity Verified
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... Aug 10, 2010

Rita Bilancio wrote:
Ma se pensi di vendere un prodotto inutile (inutile per il cliente intendo), perchè lo vendi?


Perché vendere un prodotto di cui l'acquirente non conosce a fondo la concreta utilità costituisce in realtà un'eccezionale opportunità di business...Non trovi anche tu?

Rita Bilancio wrote:
...Se poi tu, che ritieni di avere tot specializzazioni, decidi che il tuo minimo è ben superiore a quanto stabilito non violi nessun tipo di regolamentazione. Se ti pagano quanto chiedi non ci sono problemi, sennò tratti con il cliente. Non cambia la procedura rispetto a quello che già stai facendo.


Altro che, cambia cambia: si complica e parecchiotto anche!
...Però - se rileggi meglio il mio post - noterai che io avevo già risposto a questa osservazione: avendo un "minimo istituzionale" a cui fare riferimento, il cliente disporrebbe di un forte argomento di negoziazione che gli verebbe fornito proprio dalla "mia categoria"!
...Ed anche al di fuori delle logiche di pecuniarie, la presenza di un "parametro istituzionale" influirebbe sulle valutazioni di congruità del prezzo, che il cliente non farebbe più mettendo in relazione fra loro le diverse offerte ricevute, ma mettendole in relazione a questa specie di "verbo" dato.
...Ed ancora: l'assenza di punti di riferimento astratti ed esterni (come appunto sarebbe un prezzo istituzionale - ancorché minimo!) obbliga il cliente intelligente (quello che piace a te!) a concentrarsi esclusivamente sulle caratteristiche concrete della mia offerta, e così, se io sono bravo, ho effettivamente più chance di spuntarla sulla concorrenza...

"Professionisti seri e clienti intelligenti" stanno meglio così che con un tariffario minimo - che ovviamente evasori e dumper non rispetterebbero mai!!

(È incredibile sono caduto anche io nell'assurdità del discorso sull'albo/tariffario...
Dice bene Gianfranco: il solleone!...Gianfrà...salvami!!!!Riprendi la moderazione e "bannami a fin di bene"!!!!!!)


 
gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Bannato, vai in pace! Aug 10, 2010

Renato Renno wrote:
(È incredibile sono caduto anche io nell'assurdità del discorso sull'albo/tariffario...
Dice bene Gianfranco: il solleone!...Gianfrà...salvami!!!!Riprendi la moderazione e "bannami a fin di bene"!!!!!!)


No, scherzo, i tuoi interventi sono quanto di più leggibile si trova in questo forum, inframmezzati purtroppo, da frequenti invocazioni (da parte di altri) a una mamma-albo, o babbo-ordine, o padrino tariffario. Quindi fai bene a rispondere, finché ne hai ancora le forze. Io non ne ho più...

Se i traduttori che lavorano come liberi professionisti lo avessero fatto per libera scelta questo problema non esisterebbe, o non avrebbe tali proporzioni.
Putroppo la stragrande maggioranza dei traduttori (secondo una mia stima a palmi, direi oltre il 90%) fa questo mestiere come lavoratore autonomo solo per ripiego, non avendo altra risorsa in un mercato del lavoro asfittico o bloccato, e quindi si trovano al termine di un corso di studi o per altri percorsi, buttati all'improvviso in mare aperto, senza salvagente e con conoscenze di nuoto molto elementari. L'università, rispetto al mondo del lavoro, è come una piscina rispetto al mare.

Molti affondano, altri annaspano disperatamente, e poi ci sono quelli che si aggrappano a rottami del secolo passato che ogni tanto affiorano qua e la, come l'idea che un mercato internazionale con venga regolato, in Italia, da un ordine professionale nazionale, con un tariffario (minimo, massimo, indicativo o obbligatorio), o robe simili.

A parte i più svegli, la maggioranza impiega qualche anno per imparare a nuotare. Nel frattempo fanno danni, molti danni, a se stessi, ai clienti e ai colleghi.
E poi ci sono anche quelli che non imparano mai ma non mollano neppure... non riuscendo proprio a capire che per il lavoro autonomo non ci sono proprio tagliati. Amen.




[Edited at 2010-08-11 03:25 GMT]


 
Ivan Patti
Ivan Patti  Identity Verified
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Piccola aggiunta Aug 12, 2010

gianfranco wrote:

Molti affondano, altri annaspano disperatamente, e poi ci sono quelli che si aggrappano a rottami del secolo passato che ogni tanto affiorano qua e la, come l'idea che un mercato internazionale con venga regolato, in Italia, da un ordine professionale nazionale, con un tariffario (minimo, massimo, indicativo o obbligatorio), o robe simili.

A parte i più svegli, la maggioranza impiega qualche anno per imparare a nuotare. Nel frattempo fanno danni, molti danni, a se stessi, ai clienti e ai colleghi.
E poi ci sono anche quelli che non imparano mai ma non mollano neppure... non riuscendo proprio a capire che per il lavoro autonomo non ci sono proprio tagliati. Amen.



Ciao Gianfranco,

mi permetto di fare una piccola aggiunta a quanto dici, da collocare prima dell'amen: "Tanto, ci sono i colleghi più esperti che vengono implorati di sistemare le cose o operare rapide resurrezioni quando i disastri si rivelano per quello che sono."

Ivan

[Edited at 2010-08-12 09:20 GMT]


 
alessandra nespoli
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Saturazione & ass. di categoria Aug 12, 2010

gianfranco wrote:


Se i traduttori che lavorano come liberi professionisti lo avessero fatto per libera scelta questo problema non esisterebbe, o non avrebbe tali proporzioni.
Putroppo la stragrande maggioranza dei traduttori (secondo una mia stima a palmi, direi oltre il 90%) fa questo mestiere come lavoratore autonomo solo per ripiego, non avendo altra risorsa in un mercato del lavoro asfittico o bloccato, e quindi si trovano al termine di un corso di studi o per altri percorsi, buttati all'improvviso in mare aperto, senza salvagente e con conoscenze di nuoto molto elementari. L'università, rispetto al mondo del lavoro, è come una piscina rispetto al mare.



Difatti, e il ruolo delle associazioni di categoria potrebbe essere anche fare da trait d'union tra il mondo accademico e quello lavorativo, visto che notoriamente è un compito che non viene svolto dalle università italiane (inciso: in nessuna facoltà, non solo quelle per interpreti e traduttori).
Quindi sarebbe più utile delle solite sterili discussioni sulle tariffe - chessò - organizzare delle giornate di orientamento magari, in cui chiarire molti aspetti e presentare le alternative che ci sono. [che poi magari sono già organizzate dalle associazioni di categoria, in merito non sono molto informata]

Infatti il mercato delle traduzioni è tutt'altro che saturo, è saturo se si considerano sempre le stesse combinazioni linguistiche accompagnate dall'assenza o dalle solite specializzazioni. Partire fin dall'inizio, chiarendo agli studenti le opportunità di una combinazione linguistica particolare o una specializzazione veramente forte, potrebbe essere un primo modo per evitare che i neolaureati si trovino in questa situazione di strangolamento.

@ Rita
Forse mi sono espressa male, ma in realtà nel mio post indicavo soltanto qual è il principio della creazione di un ordine (e quindi del tariffario minimo perché se si affronta la questione in modo pragmatico risulta evidente che l'unico modo per far rispettare un tariffario minimo può essere la creazione di un ordine) e l'aspetto basilare della libera professione: meno sicurezza, più opportunità.
Non mi sembrano affermazioni particolarmente opinabili o che si possano definire opinioni personali

La mia opinione personale, che esprimo solo ora, è che l'esigenza di un tariffario minimo nasca dall'impossibilità, dall'incapacità o dalla mancanza di volontà di inserirsi in una logica di mercato.
E quindi invece di ragionare su aspetti che in ogni caso non sono realistici (sia per le stracitate questioni antithrust, sia perché creare un tariffario in Italia, significherebbe da una parte chiudere alla categoria qualsiasi mercato dove per ragioni economiche si lavora a tariffe inferiori, ma significherebbe anche fare un suicidio commerciale nei confronti invece di quella clientela proveniente da mercati esteri dove le traduzioni vengono in media pagate 2/3 volte tanto rispetto all'Italia) forse sarebbe necessario più che altro chiedersi le ragioni di questo mancato inserimento e lì dove possibile trovare eventualmente delle soluzioni, a livello individuale e se possibile a livello di categoria.

Per quanto riguarda l'ordine (gianfranco, renato e tutti quelli che sono arcistufi di questo argomento, sorvolate pure questo paragrafo) la mia opinione personale prescinde totalmente dalle considerazioni di cui sopra: creare un ordine con gli attuali criteri di ammissione possibili (e l'unico realisticamente applicabile è il criterio di ammissione alle associazioni di categoria) significherebbe che nel giro di XX anni gli unici a poter esercitare la professione di traduttore sarebbero coloro che hanno seguito un percorso formativo linguistico. Questo a mio parere significherebbe la perdita di tantissime professionalità molto valide che provengono da altri percorsi formativi e professionali. Nel complesso, la scomparsa di una grossa fetta di professionisti che portano il loro valore aggiunto alla traduzione. Cioè, alla fin fine, un grosso danno per la collettività e per la professione.

Sulla questione dell'educare il cliente, sono ancora più lapidaria: la maggior parte dei nostri clienti sono già educati e sanno già perfettamente la differenza che passa tra una traduzione da 2 cent e una traduzione da 20.
Alcuni, magari clienti diretti, forse questa differenza non la capiscono, però si torna ad aspetti ovvi. Se decidessi di acquistare un impianto stereo (argomento di cui non capisco praticamente niente) e trovassi nello stesso negozio un impianto da 200, uno da 1000 e uno da 3000 euro, avrei davanti due alternative sensate: limitarmi a valutare quello che posso permettermi (e in quel caso il commesso che mi mette in croce per tre ore spiegandomi le differenze di qualità e prezzo, otterrebbe soltanto il risultato di farmi cambiare negozio) oppure darmi da fare e informarmi per trovare il prodotto più adatto alle mie esigenze.
Non vedo perché per le traduzioni dovrebbe essere diverso, il cliente che non sa come funzionano le cose, al massimo la prima volta si prende una sola pensando di comprare a 1 cent quello che in realtà varrebbe dieci volte tanto, e poi si educa da solo gioco forza. Altrimenti è un cretino e i cretini non si possono educare.

Poi vabbè, risulterà evidente a tutti che sono stata qui a scrivere tutto questo panegirico lunghissimo sulle mie opinioni personali per coprire il fatto che la mia personale strategia di mercato è di offrire sistematicamente tariffe ridicole, grazie al fatto che ho sposato un emiro ed ho la residenza Montecarlo.

Nella speranza di aver travisato...buon Ferragosto a tutti!!!!

Alessandra

[Modificato alle 2010-08-12 09:37 GMT]

[Modificato alle 2010-08-12 09:48 GMT]


 
T F F
T F F  Identity Verified
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UFFA... Aug 12, 2010

A_Nespoli wrote:
...per coprire il fatto che la mia personale strategia di mercato è di offrire sistematicamente tariffe ridicole, grazie al fatto che ho sposato un emiro ed ho la residenza Montecarlo.


...Avevamo detto che la nostra relazione sarebbe rimasta segreta!


 
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